domenica 4 marzo 2012

NEUROBIOETICA: 3 ANNI DI VITA, BILANCI E PROSPETTIVE

Roma, venerdì 24 febbraio 2012 presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum si è tenuto il XXVIII Incontro del Gruppo di Neurobioetica.

Il titolo, Il Gruppo di Neurobioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum tre anni dopo: bilanci e prospettive / The Pontifical Athenaeum Neurobioethics Group, three years after: balance and prospective, ha voluto porre l’accento sull’anniversario dei 3 anni di vita di questa realtà che si celebrerà il prossimo 10 marzo 2012.

Dalle ore 16:30 fino alle 19:00, due dei tre fondatori e coordinatori del Gruppo di studio e ricerca sulla Neurobioetica (GdN), la dottoressa Adriana Gini e Padre Rafael Pascual, LC hanno illustrato, con l’aiuto di mezzi audiovisivi, le attività e i risultati raggiunti a quasi tre anni dalla fondazione.

Il termine “Neurobioetica” è la traduzione italiana del neologismo “Neurobioethics”, introdotto dal Prof. James Giordano, neuroscienziato e neuroeticista statunitense, nel 2005 a significare: “...The importance of acknowledging the often unique, yet iterative nature of neuroscientific information when considering the specific bioethical issues that arise from the field and its applications”


La Neurobioetica condivide, con la Neuroetica che l’ha di poco preceduta, (essendo nata ufficialmente a San Francisco nel 2002, durante un incontro tra 150 studiosi di varie discipline) la suddivisione in Etica delle Neuroscienze e Neuroscienze dell’Etica. I due termini, Neuroetica e Neurobioetica sono, in alcuni contesti, interscambiabili (Giordano, comunicazione personale).

Il Gruppo di studio e di ricerca sulla Neurobioetica che nasce il 20 marzo 2009 all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, sotto gli auspici dell’Istituto Scienza e Fede, diretto dal Prof. Rafael Pascual e la Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani, presieduta dal Prof. Alberto Garcia, origina tuttavia come un fenomeno a sé stante, non tanto per la metodologia interdisciplinare, da sempre adottata dalla Bioetica, quanto per il significato attribuito alla persona umana, che diviene l'origine e il fine di ogni pensiero e azione in ambito etico, nel tentativo di recuperare quella parte delle neuroscienze che si “apre” a un dialogo umile e fiducioso con le scienze umane e, in particolar modo, a un confronto paritario con la tradizione filosofica antica, medievale e il più recente personalismo ontologicamente fondato.

Nel corso di questo XXVIII incontro è stato “rivisitato” il percorso a tappe compiuto in quasi tre anni dal Gruppo di Neurobioetica, nel tentativo di metterne in evidenza luci e ombre, sia per fare il cosiddetto “punto della situazione”, sia per trovare insieme nuove strade, formulare nuove proposte, anticipare possibili soluzioni, che siano capaci di rispondere ai sempre più pressanti interrogativi circa il senso e la sistemazione da dare alle nuove conoscenze sul cervello - anche in rapporto alla mente, alla comprensione di essere, ciascuno di noi, “persona umana”, intesa singolarmente e in relazione e alla valutazione delle ricadute sociali e del diritto, in un’epoca di profonde trasformazioni.  

Dopo le due esposizioni sono stati riesaminati i fondamenti e gli obiettivi del GdN, alla luce dell’esperienza maturata e sono state valutate le possibili nuove strade da percorrere in vista delle prospettive future in un mondo in continua e rapida evoluzione.

È seguita la condivisione di esperienze, idee, proposte e nuovi progetti con gli amici e amiche del GdN. Il tutto in collaborazione con: lo STOQ (Science Theology and the Ontological Quest), la Facoltà di Filosofia, la Facoltà di Bioetica, l’Istituto Scienza e Fede e la Cattedra Unesco di Bioetica e Diritti Umani.

«Gli scienziati hanno scoperto che determinate aree [del cervello] presiedono alle funzioni specifiche di un dato compito: come, per esempio, la ricerca visiva di un volto noto, oppure la moltiplicazione mentale di due numeri a una cifra… È nata così l'idea di poter vedere direttamente il cervello al lavoro, che tanto entusiasma i non esperti. Ma si tratta di un'idea fuorviante: ciò che si vede è il risultato di un artificio grafico che trasforma probabilità casuali in colori sovrapposti a una riproduzione schematica del cervello. Ci sono sempre altre funzioni, altri sistemi più complessi e ancora in parte sconosciuti che operano. Ma questo non fa notizia. Si diffondono così sia la certezza che ormai sappiamo tutto sul funzionamento del cervello sia l'idea che gli stati d'animo e le sensazioni mentali siano effetto di processi biochimici» (Lucetta Scaraffia, Neuro-mania. Il cervello non spiega chi siamo. L’Osservatore Romano, 25 aprile, 2009).

Il prossimo GdN si terrà venerdì 23 marzo.

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